Santi Gervasio e Protasio martiri

La pieve intitolata ai Santi Gervasio e Protasio è una delle chiese più antiche del Friuli. Le ricerche archeologiche hanno permesso di rimettere in luce più fasi costruttive, la più antica delle quali è identificabile con una piccola basilica a pianta rettangolare (VI-VIII sec.) con presbiterio quadrangolare e preceduta da un nartece.

Cose da sapere

Santi Gervasio e Protasio martiri

La Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio si trova in località San Gervasio, nel comune di Nimis in provincia di Udine. Da Nimis si prosegue verso Cividale percorrendo la SS 356 di Cividale e in breve si giunge a S. Gervasio (m 214), dove l’edificio si staglia imponente sulla strada.

La pieve intitolata ai Santi Gervasio e Protasio, fratelli gemelli e martiri milanesi del III secolo, è una delle chiese più antiche del Friuli, come riporta Paolo Diacono nell’VIII secolo. Tuttavia il primo riscontro documentale avviene nell’elenco della tassazione del Patriarca Bertoldo di Merania, datato 1247. La sua giurisdizione era fra le più ampie. Per molti secoli Nimis svolse il ruolo di centro missionario per le genti di lingua friulana e per quelle di lingua slava.

Fino al Cinquecento la cura delle anime veniva affidata a due vicari “uno schiavo a San Gervasio e l’altro italiano in Santo Stefano”. Sembra infatti che il titolo primitivo della pieve sia stato quello di Santo Stefano. Il Pievano “pro-tempore” di Nimis gode del titolo e dei privilegi dei Prelati d’Onore del Papa, come da Breve Apostolico di Papa Pio IX datato 25 marzo 1877.

Le ricerche archeologiche hanno permesso di rimettere in luce più fasi costruttive, la più antica delle quali è identificabile con una piccola basilica a pianta rettangolare (VI-VIII sec.) con presbiterio quadrangolare e preceduta da un nartece.
Nel corso del IX sec. fu aggiunta una torre.

Fu rifatta nel 1714, quindi restaurata nel 1898 e nel 1934 e recuperata, attraverso elaborati lavori di restauro, dopo il duro terremoto del 1976.

La costruzione originaria, risalente al periodo longobardo, subì numerose modifiche nel corso dei secoli fino ad assumere nel XII secolo la dimensione attuale. In seguito al terremoto del 1348 la chiesa venne ricostruita e subì gli influssi dell’architettura gotica. Presenta un’aula divisa in tre navate, sulla sinistra, da arcate a tutto sesto, sulla destra da archi a sesto acuto. La navata principale si conclude con l’abside quadrata dalla volta a crociera costolonata che sostituì le tre absidi della chiesa precedente. Le navate laterali presentano due cappelle, dalla volta a crociera, fatte costruire nei secoli XVII e XVIII. Sulla semplice facciata a capanna, sopra la porta d’entrata, si apre un occhio che si sovrappone ad uno più ampio ora murato. Un motivo ad archetti, che si ripete anche nella parte absidale, corre sotto la gronda. L’interno conserva numerosi lacerti di affreschi appartenenti ad epoche diverse. Quelli più antichi si trovano distribuiti, in tre registri sovrapposti, sull’arco trionfale. Superiormente l’Annunciazione, la Resurrezione e la Visitazione al centro e la Madonna con Bambino e i Santi Andrea e Leonardo in basso. Nell’intradosso dell’arco vi sono dodici mezze figure di Santi. Del periodo trecentesco sono anche gli affreschi delle pareti adiacenti all’arco trionfale: a sinistra vi sono la Creazione di Eva, la Madonna in trono con Bambino e due Santi, l’Arcangelo Michele col demonio; a destra: l’Annuncio a Giuseppe, il Rinvenimento delle salme dei Santi Gervasio e Protasio, San Girolamo nello studio. Gli affreschi molto probabilmente risalgono alla seconda metà del XIV secolo e sono opera di più artisti. Altri affreschi sono stati realizzati dal pittore di Nimis Giovanni Battista Gori che dipinse, nei sottarchi della navata maggiore, Personaggi del Vecchio e del Nuovo Testamento (1897-1898) e in seguito, nel 1900-02 realizzò la volta delle due cappelle a fianco dell’abside, con Quattro Dottori della Chiesa greca e Quattro Dottori della Chiesa latina, e gli ambienti che collegano l’abside alle cappelle laterali con Quattro profeti maggiori.

Nel 1914, sempre il Gori, completò la decorazione della cappella dedicata a San Giovanni Battista con otto mezze figure di Santi e la Decollazione del Battista. In quella dedicata alla Vergine, dipinse invece quattordici mezze figure di Santi, la Disputa nel tempio e l’Annunciazione. Lavorò anche nelle pareti laterali del coro, raffigurando la Promessa dell’Eucarestia e Ultima Cena.

Successivamente nel 1920 infine affrescò l’abside con il Trionfo dell’Agnello, sostituito nel dopoguerra con un mosaico di Fred Pittino.

Davanti alla facciata s’innalza l’imponente torre campanaria aperta ai lati da bifore.

I Santi Gervasio e Protasio, detti anche Gervaso e Protaso (II secolo; † III secolo), fratelli gemelli milanesi, sono venerati come santi dalla Chiesa cattolica perché considerati martiri della cristianità.
I loro corpi furono ritrovati a Milano il 17 giugno 386 nell’antica zona cimiteriale, che oggi è compresa tra la caserma Garibaldi della Polizia di Stato e l’Università Cattolica, grazie ad uno scavo commissionato dal vescovo Ambrogio.

Nel 386 la costruzione della basilica di Milano, intitolata attualmente a Sant’Ambrogio, era stata appena terminata. Il 19 giugno Ambrogio la consacrò ufficialmente con l’elezione a santi di Gervasio e Protasio e con la deposizione delle loro reliquie in un grande loculo sotto l’altare della Basilica stessa.

Dal ritrovamento dei corpi dei due santi iniziò a diffondersi il loro culto, inizialmente nelle città del nord: Brescia e Ravenna per poi giungere fino a Roma dove, durante il pontificato di Innocenzo I, venne eretta una chiesa in loro nome, ora intitolata a San Vitale.

La loro popolarità si diffuse poi  nel Mediterraneo.